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BookSprint Edizioni Blog

23 Mag
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Intervista all'autore - Elio Pinzi

1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?

Vengo da un paesino di montagna, Abbadia San Salvatore, sul monte Amiata. Prima dei trent'anni mi sono trasferito a Mantova dove sono rimasto fino al 2011. Sono un ex impiegato del Ministero dell'Economia e delle Finanze in pensione e ora mi dedico esclusivamente alla mia famiglia e alla mia passione: la scrittura. Quando e perché ho deciso di diventare scrittore? Cosa dire, è una passione che ho sempre avuto fin dagli anni del seminario, poi per vari motivi (il lavoro innanzitutto) l'avevo messa in un cassetto, anche se a dire il vero ogni tanto mi dilettavo nello scrivere pensieri o poesie che poi mettevo da una parte e finivano per cadere nel dimenticatoio. Un giorno, era il periodo di Dan Brown e del suo "Codice da Vinci", preso più dalla curiosità che da quanto scriveva, decisi di rispolverare la mia conoscenza in materia religiosa e cominciai a fare delle ricerche.

Ovviamente io ho le mie convinzioni che non sono state affatto influenzate da Dan, ma da quel giorno decisi che dovevo riprendere la mia vecchia passione e mi misi a scrivere. Iniziando quasi per gioco, mi ritrovai talmente invischiato in quell'avventura che ne venne fuori il mio primo libro, uno studio sul cristianesimo antico e le sue implicazioni, un lavoro abbastanza complesso e assai impegnativo. Da lì sono nate le altre mie piccole "creature" come le chiamo io, tra le quali la storia di Efer il traghettatore di Feluche.




2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?

Principalmente la sera dopo cena ma anche nel tardo pomeriggio. È nella quiete della sera però, che io trovo maggiore ispirazione.



3. Il suo autore contemporaneo preferito?

Ce ne sono tanti, non ho uno stereotipo di scrittore. Leggo molto e quando vado in libreria mi lascio prendere dalla mano e arraffo qualunque cosa attiri la mia attenzione. Comunque da appassionato di storia, preferisco i libri di Wilbur Smith, Ken Follett, Robyn Young, M. Zimmer Bradley e Christian Jacq che mi ha fatto scoprire l'amore per l'antico Egitto. Senza tralasciare Umberto Eco, il suo "Il nome della rosa" è qualcosa di straordinario. Ma in genere non ho preferenze, leggo di tutto purché si tratti di argomenti di carattere storico.



4. Perché è nata la sua opera?

Per la grande passione per la storia dell'antico Egitto. Ho visitato quel meraviglioso paese e ne sono rimasto letteralmente affascinato, tanto che ho decine e decine di libri che parlano degli antichi faraoni, degli egizi e della loro cultura in generale. La Valle dei re e il Tempio di Karnak a Luxor poi, sono qualcosa mi meraviglioso che ti lascia letteralmente a bocca aperta, senza contare le Piramidi, Abu Simbel ecc…



5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?

Tanto, sono stato formato in seminario dai frati minori e quindi alla base della mia formazione c'è lo studio del latino e una formazione storico letteraria indubbiamente influenzata dal periodo trascorso in quella realtà.



6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?

Dipende da che cosa si vuole scrivere o dire principalmente. Io preferisco estraniarmi ed evadere dalla realtà che spesso ti lascia perplesso, soprattutto per quanto riguarda il futuro. Ovunque ci si gira si sente parlare di attentati, di tragedie e rifugiarsi in un mondo che non è il nostro spesso aiuta a non pensare e ad evadere dalla frenesia e dalla psicosi della rincorsa a un benessere effimero e spesso dannoso.



7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?

Penso che ci sia moltissimo. Ho messo tutto me stesso nello scrivere questo libro, gli ho dedicato pomeriggi interi, lunghe serate e persino parecchie ore della notte. Insomma, è una mia creatura e non la devo dividere con nessuno.



8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?

In questo caso no. Solo la mia grande passione per l'antico e la scoperta di una cultura affascinante e meravigliosa.



9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?

Per questo romanzo il primo è stato mio fratello, seguito da mia figlia.



10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?

Penso di si anche se io preferisco di gran lunga il cartaceo. A me piace sfogliarlo un libro, sentirne l'odore. L'e-book non mi da nessuna sensazione, è come guardare una bella donna in televisione invece che averla difronte e poterla toccare e sentire la delicatezza della sua pelle e la fragranza del suo odore e del suo profumo.



11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?

Vale lo stesso discorso fatto per l'e-book.

 


 

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Lunedì, 23 Maggio 2016 | di @BookSprint Edizioni

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